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Terremoto in Cile
Santiago del Cile (Cile)
Una scossa di terremoto di magnitudo 8,2 il 2 aprile ha colpito la zona nel Pacifico, al largo del Cile settentrionale, seguita il giorno dopo da almeno dieci forti scosse di assestamento, una delle quali di magnitudo 6,2.
Secondo i rilevamenti dello "United States Geological Survey (Usgs)", ha avuto ipocentro a 20,1 chilometri di profondità ed epicentro 95 chilometri a nordovest di Iquique, capoluogo della regione di Tarapacà e principale porto del Cile per l'esportazione mineraria, dove alcune case più fragili sono crollate e ha subito danni l'aeroporto. Tanta paura in tutto il Paese e un bilancio ormai quasi certo di sei morti. I maggiori danni sono stati registrati a Iquique e Alto Hospicio, dove è stata colpita anche la nostra casa "Maria Ausiliatrice". Gli edifici hanno tremato anche in alcune aree del Perù e della Bolivia. La presidente cilena, Michelle Bachelet, ha dichiarato lo stato di calamità naturale per le regioni settentrionali d'Arica, Parinacota e Tarapacán (al confine con il Perù), più colpite dal sisma.
Madre Angela Vallese ha fondato le nostre prime comunità in Cile. Le fma sono a Santiago dal 1893. Oggi sono 22 le comunità presenti, con scuole, Oratori Centro Giovanili, catechesi parrocchiale e in perfieria, pastorale con gli immigrati.
Dall'Ispettoria "S. Gabriele Arcangelo", suor Viviana Donoso, Segretaria ispettoriale, ha scritto per darci notizie: «Nel Nord del Cile la situazione è molto incerta per le numerose e continue scosse di terremoto che si susseguono l'una dopo l'altra a pochissimi intervalli di tempo, anche se di minore intensità. La popolazione sta vivendo con tanta paura anche per il timore di un tsunami, sopratutto chi si trova nelle zone vicino al mare. La gente preferisce vivere nelle tende o all'aperto in luoghi più sicuri. I mezzi di comunicazione informano della possibilità di un megaterremoto perché i due terzi della placca tettonica non ha ancora sprigionato l'energia accumulata in tanti anni. Il timore della gente e delle fma che vivono nella città di Iquique cresce perché l'epicentro del terremoto é nel mare e c'è la paura dello tsunami.
A poco a poco sono stati ripristinati i servizi primari: luce e acqua, anche se mancano ancora in molte zone. Le strade sono ancora impraticabili. Incominciano a mancare i beni di prima necessità: cibo e medicine. Il Paese si sta organizzando con aiuti provenienti dalla generosità dei cittadini e attraverso varie istituzioni religiose e governative. Le località che sono state maggiormente scosse dal movimento tellurico sono i comuni di Alto Hospicio, dove si registrano circa 2000 case distrutte, e Iquique, con un totale di circa 1000 case che hanno subito ingenti danni. Inoltre i piccoli villaggi non sono stati ancora raggiunti a causa delle strade interrotte, ma da una veduta aerea si capisce i danni sono notevoli.
La più colpita delle nostre case è "Maria Ausiliatrice" a Iquique, dove c'è la scuola basica e secondaria superiore. Qui le suore stanno bene e condividono con la gente la paura e la precarietà della situazione; hanno lasciato la casa e grazie alla Provvidenza e bontà di una exallieva si sono rifugiate in un'abitazione in una zona più sicura. Il collegio, secondo i primi rilevamenti da parte dei tecnici, ha subito notevoli danni strutturali ed è inagibile, per cui l'attività scolastica è sospesa.
La Conferenza dei Religiosi del Cile sta organizzando gli aiuti e alcune campagne di solidarietà per andare incontro alle prime necessità personali e comunitarie. Così pure lo Stato cileno».
La situazione resta difficile. Continueremo ad aggiornare appena invieranno nuove informazioni dal Cile.
Rafforziamo la solidarietà verso le nostre sorelle del Cile mentre ci affidiamo alla preghiera e al sostegno di tutti.